Il Parlamento ha dato il via libera alla legge sulla semplificazione del settore vitivinicolo, approvata a distanza di oltre due anni dall’avvio dei lavori. Il Testo Unico sul vino è quindi diventato legge. Dal nuovo anno la filiera di settore potrà produrre e vendere dimezzando le pratiche burocratiche.
Il Testo Unico è pensato per contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro, con un export che supera i 5,5 miliardi. La burocrazia finora è costata al settore quasi cento giornate lavorative l’anno a causa delle oltre 4.000 pagine di norme e adempiere a più di 70 pratiche per 20 diversi soggetti. Altre novità sono la semplificazione e il miglioramento dell’efficienza dei controlli, e la rivisitazione del sistema sanzionatorio.
Si segnalano inoltre l’istituzione di un registro unico dei controlli, l’introduzione di ulteriori strumenti di tracciabilità del vino (con sistemi telematici di controllo), alcune semplificazioni per la tenuta dei registri dematerializzati, il riconoscimento del vino e dei territori viticoli come patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare, la salvaguardia da parte dello Stato dei vigneti in territori soggetti a rischio idrogeologico e di pregio paesaggistico, storico, ambientale e la definizione più rigorosa di vitigno autoctono italiano.
L’Italia è il primo Paese in Europa che si è dotato di un unico strumento in grado di conferire maggiore competitività alle imprese. Ora si apre il lavoro sui regolamenti attuativi su temi importanti, quali i piani di controllo dei vini a Denominazione d’Origine e Indicazione Geografica, l’etichettatura, la gestione dei contrassegni di Stato, i Consorzi di Tutela. La semplificazione sostiene la competitività di un settore che in Emilia Romagna offre opportunità di lavoro a 150 mila persone ed esporta vini per un valore di circa 280 milioni di euro.