Report Osservatorio Assimprese: bene l’export ma il lavoro fatica a crescere

24 Ago 2016

lavoratoriBologna, 26 agosto 2016. Pubblicata l’indagine congiunturale, effettuata dal Centro studi Sintesi di Mestre per l’Osservatorio Assimprese, che riguarda le imprese con meno di 50 addetti in provincia di Bologna e che fotografa l’allentamento della morsa della crisi nella prima parte del 2016. L’obiettivo principale della ricerca è stato quello di analizzare le tendenze economiche in atto in uno dei segmenti più importanti dell’economia bolognese, “sconfinando” però anche in un tema che ha occupato, e occupa, gran parte del dibattito politico ed economico attuale, ovvero il recente referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

Partendo dal dato relativo alla Brexit, 4 imprenditori su 10 appaiono convinti che non vi saranno particolari conseguenze. Una lettura che suggerisce come il risultato del referendum inglese sia percepito più che altro come un problema interno del Regno Unito. È vero però che una conseguenza diretta, senza accordi specifici con gli altri Paesi, potrebbe essere una maggiore difficoltà di accesso per chi vuole studiare o lavorare in Gran Bretagna: si esprimono così circa 2 intervistati su 10. Altra conseguenza economica, secondo il 14% degli intervistati, potrebbe essere l’indebolimento dell’Euro come conseguenza della perdita di “massa economica” dell’UE. In quarta e quinta battuta vengono sollevate questioni politiche, come un maggiore peso decisionale di Germania e Francia (10%) o dell’Italia (6%). Che l’uscita dell’Euro sia considerato invece un problema, ma per chi ne è direttamente coinvolto, emerge chiaramente dalle tendenze di voto degli imprenditori in un ipotetico referendum per l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea: se si votasse domani, 7 su 10 voterebbero per rimanere mentre appena il 12% sarebbe favorevole all’Italia fuori dall’Europa.

Focalizzando invece l’attenzione sulle dinamiche economiche delle piccole imprese bolognesi, la prima parte del 2016 si chiude con timidissimi segnali di risveglio (+0,5% la produzione, +0,3% il fatturato) trascinati dalle buone performance del comparto manifatturiero (+1% il fatturato, sia in lettura congiunturale che tendenziale) grazie soprattutto ai mercati esteri (+2,4% che diventa +3,5% se confrontato con quanto si era registrato nella prima parte del 2015). Anche i servizi alle imprese, legati a doppio filo alle attività produttive, sembrano poter recuperare un po’ di terreno, mentre stagnante appare la condizione dei servizi alle persone. Il settore dell’edilizia è ancora quello in maggiore difficoltà e di fatto rappresenta uno dei freni alla ripresa economica nella regione: a livello congiunturale si rileva nel primo semestre una nuova flessione della domanda (-0,6%), mentre la contrazione del fatturato è pari a un punto percentuale; male anche l’occupazione (-0,4%).

Proprio sul fronte occupazionale va segnalato che ci vuole un irrobustimento dei segnali positivi per poter aspettarsi un recupero del terreno perso: solamente il manifatturiero mostra un segno positivo non irrilevante (+0,3%) ma è evidente che le assunzioni ricominceranno a farsi sentire se dopo la pausa estiva si continuerà sul sentiero che sembra essersi intrapreso.

“L’analisi del primo semestre 2016 continua a evidenziare importanti segnali di ripresa – commenta Amilcare Renzi, presidente di Bologna Imprese -. Segnali che sottolineano, una volta di più, l’importanza dell’Area metropolitana bolognese e dell’idea di fare rete fra le imprese del territorio. Destano invece preoccupazione i dati sui lavoratori, che sono la realtà su cui occorre agire in modo ancora più convinto e deciso. Occorre liberare le imprese dalla burocrazia, che complica inutilmente il loro lavoro, affinché possano investire su assunzioni e nuovi progetti e occorre comunicare fiducia alle aziende, e alla comunità. Serve ribadire con forza che questo è il momento giusto di tornare a credere nel lavoro, e nelle imprese, perché è creando, e ridistribuendo, ricchezza che si crea benessere nella collettività”.

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