Privacy, in partenza i controlli 2019 sul GDPR

29 Mar 2019

Sono in partenza i controlli previsti per il primo semestre del 2019 che vedranno collaborare l’Autorità Garante e la Guardia di Finanza nei controlli per la verifica del rispetto del decreto Privacy, GDPRAd annunciare la partenza dei controlli sul rispetto della nuova normativa sulla privacy è la notiziariportata sul portale istituzionale del Garante, che riassume i contenuti della Deliberazione del 14 febbraio scorso. 

I primi controlli coinvolgeranno le imprese e, nello specifico, istituti di credito, sanità, sistema statistico nazionale (Sistan), Spid, telemarketing, carte di fedeltà e, infine, grandi banche dati pubbliche. Sono questi i settori sui quali nei prossimi mesi punterà l’attenzione il Garante per la protezione dei dati personali, secondo le indicazioni contenute nel piano ispettivo approvato nelle scorse settimane.

Gli esperti del Nucleo investigativo della Guardia di Finanza controlleranno, nello specifico:

  • trattamenti effettuati dall’ISTAT, per una verifica preliminare sul SIM (Sistema Integrato di Microdati) e altri sistemi informativi statistici
  • trattamenti di dati personali effettuati per il rilascio dell’identità federata (SPID)
  • trattamenti di dati personali effettuati da Istituti bancari, con particolare riferimento ai flussi di cui all’anagrafe dei conti
  • trattamenti di dati personali effettuati da società per attività di marketing
  • trattamenti di dati personali effettuati da Enti pubblici, con riferimento a banche dati di notevoli dimensioni
  • trattamenti di dati personali effettuati da società con particolare riferimento all’attività di profilazione degli interessati che aderiscono a carte di fidelizzazione

I controlli deliberati dal Piano ispettivo valido fino al mese di giugno 2019 si concentreranno anche sull’adozione delle misure di sicurezza da parte di pubbliche amministrazioni e di imprese che trattano dati sensibili.

Si ricorda che nel corso dello scorso anno sono state adottate 175 ingiunzioni, con un incremento sanzionatorio pari a un totale di oltre 8 milioni di euro a fronte dei quasi 4 milioni di euro registrati nel 2017.

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