Filiera della bicicletta, un settore in espansione

23 Giu 2021

Sono 454 le imprese attive nella Filiera della bicicletta a livello regionale (fabbricazione e montaggio di biciclette, fabbricazione di parti ed accessori, noleggio di biciclette e riparazione di articoli sportivi, escluse le armi sportive, e attrezzature da campeggio, incluse le biciclette). Tra le regioni più vocate, l’Emilia-Romagna si posiziona seconda con un indice di specializzazione pari a 204, dopo il Trentino-Alto Adige, che ha un indice di 295.

I numeri e le analisi del comparto sono contenuti in una ricerca del Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna. “Il focus del nostro Centro studi dimostra come l’Emilia Romagna sia all’avanguardia in Italia non solo per quanto riguarda gli aspetti economici, dove si posiziona seconda dopo il Trentino Alto Adige, ma anche per quelli legati alla mobilità sostenibile, non a caso è la prima regione in Italia per lunghezza delle piste ciclabili – sottolinea Davide Servadei, presidente Confartigianato Emilia Romagna -. Tra le varie cose che ci sta lasciando questa epidemia c’è la crescita della mobilità sia a piedi che in bicicletta, uno degli aspetti che dovremo essere capaci di valorizzare anche in futuro. In questi mesi è aumentato in maniera esponenziale la vendita di mezzi ecologici (biciclette, e-bike, monopattini) anche grazie agli incentivi regionali e nazionali. Speriamo che questo comporti anche una ricaduta positiva su tutta la filiera economica legata a questi mezzi. E siamo convinti che i nostri artigiani sapranno mettere a frutto queste indicazioni e quelle che provengono dal settore turistico, dove lo Slow Tourism, quello che tende a privilegiare mezzi sostenibili come il treno o la bicicletta, è in grande crescita. E le stesse risorse del Recovery fund guardano con attenzione alla green economy”.

Sono 25 le province italiane con una alta specializzazione della Filiera, tra cui si trovano 7 delle 9 province del territorio: Forlì-Cesena risulta terza nella classifica nazionale (con indice pari a 274), seguita da Ferrara al quinto posto (257), Rimini al sesto posto (247), Ravenna al settimo posto (237), Parma al dodicesimo posto (208), Modena al quindicesimo posto (203) e Bologna al diciannovesimo posto (182).

Delle 454 imprese totali, le imprese artigiane sono 350 (il 77,1% del settore), valore superiore di 12,1 punti rispetto all’incidenza delle imprese artigiane della filiera sul totale delle imprese del settore rilevata a livello nazionale (65%). L’indice di specializzazione delle imprese artigiane della filiera è pari a 187 per la nostra regione, il secondo valore più alto della classifica nazionale dopo quello del Trentino-Alto Adige (290).

Nel 2020 sono state 176 mila le persone che usano la bicicletta per andare al lavoro ed a scuola in Emilia-Romagna, pari a 39 utilizzatori ogni 1.000 abitanti, valore che indica una elevata propensione all’uso della bici per spostamenti sul territorio, seconda solo al Trentino-Alto Adige con 54 persone che usano la bici ogni 1.000 abitanti.

Nel 2018 la lunghezza delle piste ciclabili nei comuni capoluogo di provincia/città metropolitana dell’Emilia-Romagna è pari a 1.352,8 km, risultando la prima regione per lunghezza delle piste ciclabili.

Un’attenzione e un interesse, quello che l’Emilia-Romagna ha per il comparto ciclistico, che si evidenzia nei risultati ottenuti nell’organizzazione di eventi di caratura mondiale. Tra questi si ricordano i Mondiali di ciclismo del 2020 che si sono svolti a Imola, e i recentissimi Campionati italiani di ciclismo con tre prove a cronometro, che si sono svolte venerdì 18 giugno a Faenza, e la prova tricolore su strada dei professioniste, il 20 giugno, con partenza da Bellaria Igea Marina e l’arrivo a Imola nel circuito che ha ospitato un anno fa la prova iridata. “Mi preme sottolineare che questi eventi sono stati ottenuti chiaramente per le riconosciute capacità organizzative emiliano romagnole, ma anche grazie ad un contesto che vede l’Emilia Romagna primeggiare su tutto ciò che riguarda la Filiera della bicicletta, che si conferma come un patrimonio dell’artigianato italiano, capace di conquistare il mondo a colpi di maestria e di tecniche di produzione”, conclude Servadei.

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