Registrato un calo nelle vendite nel terzo trimestre 2016

13 Gen 2017

Le etichette alimentariMentre prendono il via i saldi invernali sono arrivati i dati relativi al terzo trimestre 2016 dell’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia Romagna. Dopo il segnale di incertezza, nel terzo trimestre arriva un passo falso: le vendite a prezzi correnti subiscono la più ampia flessione tendenziale dall’inizio del 2015 (-1%) per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia Romagna. La ripresa dell’attività produttiva non si traduce in una crescita diffusa dei consumi, gravati dall’incertezza. Nella stessa ampia misura si riduce la quota delle imprese che rilevano un aumento e si amplia quella delle imprese che subiscono una diminuzione tendenziale delle vendite e il saldo peggiora decisamente scendendo da +4,4 a -21,2 punti. Nel complesso peggiorano solo leggermente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il saldo sale da 8,7 a 9,8 punti percentuali. Grazie anche alla stagionalità, è atteso un auspicabile miglioramento sensibile delle vendite nel quarto trimestre.

Le vendite hanno fatto un passo indietro per tutte le tipologie del dettaglio. Lo specializzato alimentare ha incontrato le maggiori difficoltà con una più marcata flessione delle vendite (-1,7%). A sorpresa, l’arretramento è stato della stessa ampiezza anche per l’aggregato degli iper, super e grandi magazzini. Solo lo specializzato non alimentare ha mostrato una maggiore tenuta (-0,6%).

Si conferma la correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale. Il segno rosso nel trimestre è marcato per la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) e per le medie imprese (da 6 a 19 addetti), con cali rispettivamente pari a -1,4 e -1,7%, mentre la contrazione risulta più lieve per le imprese con 20 o più addetti (-0,4%). Le attese di un miglioramento delle vendite nel quarto trimestre sono generalizzate, ma le prospettive riassunte nei saldi dei giudizi risultano marginalmente positive per le imprese di piccola dimensione, solo poco più chiaramente positive per quelle medie, mentre sono più decisamente ottimistiche tra le strutture maggiori, su livelli analoghi a quelli dello scorso anno.

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